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L’impotenza è l’incapacità di avere o mantenere un’erezione sufficiente ad avere rapporti sessuali. Se un uomo non è mai riuscito ad avere un’erezione adeguata al compimento del rapporto sessuale, soffre di impotenza primaria. Se un uomo ha alle spalle una storia felice di erezioni e rapporti sessuali, ma in particolari circostanze non riesce ad avere l’erezione, si parla di impotenza secondaria, molto più comune di quella primaria. L’impotenza può essere la conseguenza di una disfunzione fisica oppure può avere motivazioni psicologiche. Le disfunzioni fisiche comprendono gli effetti dell’abuso di droghe e farmaci così come quelli di talune malattie, e le cause psicologiche includono l’ansietà e i conflitti all’interno della relazione interpersonale.
L’impotenza colpisce circa l'8 -10 % della popolazione maschile tra i 18 e i 60 anni ed è un sintomo sempre risolvibile alle soglie del terzo millennio Anche se nessuno lo può sapere con certezza, si presume che la maggior parte degli uomini abbia avuto almeno un’occasione in cui avrebbe voluto avere un’erezione e non vi è riuscito.
Cause di Impotenza
Le ultime ricerche mediche hanno identificato i fattori di rischio impotenza che qui andiamo ad elencare :
  • Fumo
    Già nel primi degli anni 80 è stato confermato che il fumo rappresenta uno dei principali fattori di rischio impotenza dovuto ad una sensibile riduzione della velocità del flusso ematico nelle arterie che irrorano i corpi cavernosi del pene. Gli attuali dati statistici confermano esserne affetti oltre il 44% dei fumatori a tale riduzione di flusso che nei casi più gravi è responsabile di mandare in tilt tutto il meccansimo erettivo.
  • Alcolismo
    L'alcol ha un effetto disinibente e socializzante, ma in realtà deprimente sulla funzione sessuale. Spesso, una prestazione avuta sotto l'effetto dell'alcol può sembrare "eccezionale" in quanto esaltata dallo stato di alterazione sensoriale. In effetti si tratta della "solita performance". L'importante è far bere anche la partner!
  • Farmaci
    E' risaputo che alcuni farmaci possono riportare, tra gli effetti collaterali, l'impotenza. Tra i più noti segmaliamo gli anti-ipertensivi beta-bloccanti, gli anti H2 (cimetidina e ranitidina) impiegati per la cura dell'ulcera gastrica, la finasteride usata nella terapia dell'adenoma prostatico, i tranquillanti minori, gli anti-epilettici, alcuni antidepressivi, sono tra i più noti appartenenti a questo gruppo.
  • Malattie
    I pazienti diabetici, infatti, specie se ammalati da più di 10 anni e insulino-dipendenti, vanno incontro ad impotenza nel 50% dei casi. Le cause vanno ricercate nelle alterazioni nervose periferiche e vascolari che caratterizzano le complicanze dei diabetici di lunga data.
    L'insufficienza renale è causa di una condizione definita "uremia cronica". L'impotenza da uremia cronica ritrova la sua causa in una molteplicita' di fattori: dal calo degli ormoni androgenici circolanti ad una aterosclerosi precoce che provoca un ipoafflusso sanguigno ai corpi cavernosi. Il deficit di zinco e l'intossicazione da alluminio sono valide concause di impotenza nei dializzati.
    Ogni uomo affetto da una malattia cronica debilitante vive spesso un grave stato depressivo che può a sua volta essere causa di scarse prestazioni sessuali che a loro volta esasperano lo stato depressivo: si viene cosi' a creare un circolo vizioso autoalimentato. Solo la ripresa di una funzione sessuale soddisfacente riuscirà a spezzare tale circolo ridando all'ammalato una maggiore dignità di maschio nei confronti della propria partner.
  • interventi chirurgici particolarmente demolitivi sul piccolo bacino, etc.
Impotenza nella terza eta'
Dobbiamo premettere che con l'innalzamento della vita media dell'individuo ha portato all'innalzamento della vita sessuale anche alla terza età tanto da far considerare aterosclerosi, deficit ormonali, etc. (patologie tipiche dell'invecchiamento) come fattori di rischio per la funzione sessuale maschile.
Purtroppo al giorno d'oggi la società è sempre più protesa verso un modello di maschio macho giovane ed atletico accantonando la sessualità nella terza età mentre il sensibile allungarsi della vita media contemporaneamente all'abbattimento degli ultimi tabu' sessuali e ad una sempre maggiore liberalizzazione del comportamento femminile ha fatto sì che la richiesta di una normale funzione sessuale sia sempre più frequente da parte di arzilli ultrasettantenni spesso accompagnati da giovani partners.
Da indagini sappiamo che oltre il 13% degli uomini oltre gli ottanta anni hanno un rapporto sessuale alla settimana.
Il 55% dei maschi oltre i 75 anni è però affetto da una spesso insopportabile impotenza.
Molte delle patologie che accompagnano un invecchiamento fisiologico possono essere causa di una sensibile riduzione della potenza sessuale nel maschio: un ruolo rilevante hanno sia l'insufficienza arteriosa peniena legata a fenomeni aterosclerotici che modificazioni microstrutturali del tessuto erettivo. Inoltre, l'anziano, fa spesso uso, per la cura di malattie concomitanti, di alcuni di quei farmaci che presentano tra gli effetti collaterali una depressione sia della libido che della potenza erettiva.
Diagnostica
In questi ultimi 20 anni si ha avuto un sorprendente sviluppo nella diagnostica dell'impotenza maschile tanto da considerare oggi il 90% dei casi come organico.
Naturalmente ogni caso di impotenza ha una indiscussa sovrapposizione psicologica ma la vera causa, nella maggior parte dei casi studiati, è organica.
Oggi la diagnostica strumentale ci offre un test molto attendibile per distinguere i casi di impotenza psicogenica da quelli di natura organica ovvero la rigidometria notturna con Rigiscan.
Il test si fonda sulle erezioni notturne durante il sonno, fenomeno fisiologico che coinvolge tutti gli uomini dalla nascita in poi e più precisamente nella fase R.E.M. del sonno indipendentemente dal tipo di sogno o dallo stato emotivo dell'individuo.
Il test consiste nel monitorare lo stato erettivo del paziente per un lasso di tre notti consecutive tramite un microcomuter collegato al pene tramite dei sensori, il monitoraggio avviene al domicilio del paziente e senza interventi esterni.
Il medico decodificherà i dati registrati con la seguente metodologia :
impotenza psicogenica se è presente almeno un fenomeno erettivo della rigidità superiore all'80% e della durata superiore a 12 minuti.
impotenza organica in caso di assenza o deficit di rigidità dei fenomeni erettivi

I recentissimi studi condotti da ricercatori italiani hanno dimostrato che alla base di una impotenza oggi definita psicogenica potrebbe esistere un substrato organico evidenziando come nei soggetti affetti da impotenza psicogenica si abbia un significativo decremento della velocità di circolazione sanguigna nelle arterie principali del pene.
I ricercatori hanno anche dimostrato da semplici test ecografici come lo stress induce taluni soggetti una così forte reazione emozionale in grado di stimolare la produzione di adrenalina ed inibire quindi la circolazione sanguigna.
Ma non è tutto in quanto gli stessi ricercatori hanno evidenziato come in molti soggetti affetti da impotenza definita oggi psicogenica si sia invece in presenza di alterazioni microstrutturali dei corpi cavernosi del pene che ne impediscono una regolare finzionalità.
Come qui abbiamo visto alla base di alcuni casi di impotenza definita psicogenica esiste invece una, seppur lieve, causa organicadifficilmente riconoscibile delle attuali procedure diagnostiche.
L'attuale diagnostica strumentale prevede, una volta ipotizzata una causa organica, lo studio funzionale della vascolarizzazione arteriosa e venosa del pene tramite l'impiego dell'ecocolordoppler.
L'ecocolordoppler dei corpi cavernosi del pene consente consente di studiare sia il ramo arterioso e la velocità del sangue nel suo interno che la visione ecografica del tessuto erettile e l'evidenziazione di altre patologie come la malattia di La Peyronie (induratio penis plastica) di per se stessa spesso causa di impotenza mettendo quindi in evidenza tutti i casi di stenosi o ipoplasie delle arterie cavernose del pene.
Infine, la diagnostica piu' attuale prevede l'esecuzione della biopsia dei corpi cavernosi.
Terapia
Terapia autoiniettiva
La terapia autoiniettiva consiste l'esecuzione di una autoiniezione nel pene di una dose personalizzata di farmaco. La terapia è nata nel 1982 con il francese R. Virag e l'inglese Brindley che scoprirono l'efficacia di iniettare direttamente nel pene farmaci. Inizialmente venive inoculata della sola papaverina per passare successivamente alla associazione con la fentolamina e quindi alla prostaglandina E1, usata attualmente, che sembrerebbe priva di effetti collaterali. Ultimamente sono stati proposti, nei casi più resistenti, l'impiego di veri e propri "coktail" di farmaci vaso-attivi. Questa terapia prevede un rigoroso controllo specialistico nella messa a punto della concentrazione di farmaco idonea e che lo specialista rimanga reperibile una volta che il paziente sia divenuto autonomo nella gestione delle proprie erezioni farmaco-indotte.

Terapia Orale
La terapia orale è certamente una soluzione più "gradevole" della precedente in quanto non prevede l'uso del bisturi e dell'ago e rappresenta una realtà ben consolidata e priva di significativi effetti collaterali.
Il nome della molecola per l'impotenza maschile si chiama Sildenafil meglio conosciuto con il nome di pillola blu o Viagra che aglùisce direttamente sulla muscolatura liscia dei corpi cavernosi determinando un aumento del flusso sanguigno nel pene con conseguente erezione.
La molecola Sildenafil è efficace in oltre l'80% dei casi con scarsi effetti collaterali che si limitano negli sporadici casi ad emicrania, bruciore di stomaco e vampate di calore al viso.
Oltre alla molecola Sildenafil possiamo avvalerci dell'apomorfina (commercialmente conosciuta come Ixsense o Taluvian) da assumersi da assumere 15 minuti prima del rapporto sessuale per via sublinguale e quasi del tutto priva di effetti collaterali con una efficacia nel 53% dei casi.

Terapia chirurgica
La terapia chirurgica dell'impotenza è riservata a quei casi in cui il paziente risponde negativamente alla terapia orale o autoiniettiva.
L'unica realtà terapeutica chirurgica valida rimane ancora oggi la protesi peniene che risalgono al 1000 a.C. per svilupparsi poi nel 1964, con l'americano Scott, ad una protesi peniena idraulica ovvero gonfiabile e sgonfiabile secondo necessità.
Dal 1964 ad oggi l'evolzione in questo campo si é estremamente evoluto tanto da poter assicurarne oggi una funzione erettiva del tutto identica a quella fisiologica.
L'intervento chirurgico viene eseguito routinariamente nei centri urologici più attrezzati e prevede una degenza di pochi giorni.
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Ultimo aggiornamento: giovedì 28 marzo 2024