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Intervista di Enrico Oliari ad Alessandro Cecchi Paone
8 marzo 2005 - 18 ventoso CCXIII


Riportiamo qui di seguito, e integralmente l'intervista dell'amico Enrico Oliari ad Alessandro Cecchi Paone.
Ricordiamo che Enrico Oliari nel settembre del 1997 fondò, assieme ad Alessandro Gobbetti, Marco Jouvenal e Marco Volante l’associazione nazionale dei gay liberaldemocratici di Centro-Destra denominata GayLib con lo scopo, tutt’oggi perseguito, di operare pressing all’interno dei partiti di Centro-Destra, di completare il panorama politico del movimento gay e di denunciare l’inesistenza, nonché l’assurdità, del binomio secondo cui essere gay debba significare per forza di cose essere di Sinistra.

  • Enrico Oliari: Alessandro Cecchi Paone, qualche tempo fa ha scelto di fare "coming out" in un modo pubblico, oserei dire esplosivo.
    Si é trattata di una scelta coraggiosa, meditata, venuta dopo un percorso gaduale: prima ho accettato e deciso di vivere serenamente il mio orientamento sessuale, quindi mi sono aperto con le persone più intime, ho messo al corrente i miei amici e le persone che mi circondano e, per finire, l'ho dichiarato pubblicamente. Il "comunf out" ha per me una doppia valenza, un impegno sociale e politico, una lotta libertaria in cui credo molto.

  • Enrico Oliari: Tuttavia, facendolo durante la campagna elettorale per le europee ha dato addito a quale sospetto: potrebbe, come qualcuno ha dichiarato, averlo fatto per accaparrarsi dei voti.
    Io ho approfittato della campagna elettorare per portare avanti un impegno in cui credo molto, ovvero una lotta di libertà e giustizia. Sarebbe scorretto pensare ad un interesse esclusivamente propagandistico. Non é vero poi che dichiararsi omosessuale o bisessuale serva ad avvicinare elettori: se si guadagna qualche voto, molti altri se ne possono perdere. Tant'è vero che non sono stato eletto al Parlamento europeo, anche se risulto il primo dei non eletti per il mio partito, Forza Italia.

  • Enrico Oliari: Il suo "coming out" ha causato riflessi negativi nella sua sfera privata?
    Assolutamente no. I miei rapporti interpesonali sono addirittura migliorati. Attorno a me vi erano persone che sapevano, ma che fingevano di non sapere e così poteva sembrare che da parte mia ci fosse mancanza di trasparenza. Il "coming out" non é un'operazione che riguarda solo l'interessato, ma un'azione che coinvolge tutti, anche le persone che lo circondano.
    Facendo "coming out" pubblicamente ovvero gridando il mio orientamento sessuale ho avuto tutto da guadagnare: mi sono per prima cosa trovato a mio agio; poi la mia scelta espormi pubblicamente come bisessuale ha assunto la doppia valenza di un impegno politico e sociale.

  • Enrico Oliari: Ha trovato una società pronta, disposta ad accettarla come "diverso".
    Io personalmente non mi sono sentito mai discriminato, forse grazie anche al mio livello di popolarità. La società é pronta ad accettare gli omosessuali ed i diritti che essi reclamano, semmai è la classe politica a dimostrarsi chiusa ed indisposta.

  • Enrico Oliari: Certo, il suo partito fa parte dello shcieramento di centrodestra
    Il punto non é questo. Io sono convinto della necessitá di sensibilizzare i partiti, lavorando anche nel loro interno. Forza Italia dovrebbe essere un partito liberale, nato per ospitare le idee moderate e libertarie. Nel centrodestra tuttavia si é costretti a coabitare con partiti come Alleanza Nazionale, che sulla tematica die diritti civili delle persone omosessuali, e non solo, ha posizioni di chiusura totale.
    Di diritti dei gay non se ne parla davvero, è un tabù vero e proprio. E di ciò è causa la forte presenza dei cattolici nella Casa delle Libertà.

  • Enrico Oliari: Certo, recentemente ha contestato le posizioni del ministro Buttiglione
    Buttiglione utilizza un linguaggio „clerical-fascista“, per certi versi pericoloso. Sostenere che l’omosessuale é filosoficamente e religiosamente un peccatore significa invitare alla discriminazione del gay e della lesbica, nonchè fali sentire degli emarginati, degli individui di poca morale e delle persone con qualcosa che non va. Buttiglione implicitamente invita all’emarginare gli omosessuali.

  • Enrico Oliari: Anche nel centrosinistra, tuttavia, la „questione gay“  non viene digerita troppo bene,  basti pensare alle recenti puntualizzazini di Prodi.
    Sì, anche se nel centrosinistra il problema é più contenuto in quanto nel corso degli anni  ha goduto di un processo di modernizzazione, cosa che il centrodestra fatica ad attuare.

  • Enrico Oliari: E' quindi corretto affermare che, in Italia, essere omosessuali significhi per forza di cose essere di sinistra?
    Essere gay, lesbica o bisessuale, non significa votare a sinistra, Ci sono moltissimi omosessuali che si riconoscono politicamente nel centrodestra. Gradualmente, ma siamo solo agli inizi e sicuramente in ritardo sulla tabella di marcia, vengono alla luce anche omosessuali nel centrodestra. D’altronde, il mio „coming out“ e quello di altri ragazzi gay ha anche lo scopo di stimolare la visibilità di altri omosessuali nella Casa delle Libertà. Non si tratta, ovviamente, di creare gruppi che entrino in competizione fra di loro, ma di portare la nostra lotta in tutti gli schieramenti. Ottimo lavoro lo ha svolto e lo sta svolgendo, seppur con mezzi limitati, GayLib, l'associazione dei gay liberali e di centrodestra. Si tratta di un impegno enorme e necessario, atto a mostrare al centrodestra la propria miopia sulla tematica die diritti civili delle persone omosessuali, che é di profonda attualità.

  • Enrico Oliari: Al recente congresso di Arcigay, associazione alla quale ora è tesserato, ha affermato che il movimento omosessuale italiano deve compliere un salto di qualità. In che senso?
    Nel senso che deve arrivare ad essere più incisivo nella politica italiana, superando i veti clericali radicati in entrambi gli schieramenti. Altrimenti si rischia che anche il centrosinistra, com’é giá accaduto, si „dimentichi“ degli omosessuali una volta arrivato al potere.

  • Enrico Oliari: La strategia potrebbe consistere nel dar vita ad un partito omosessuale?
    Ad un partito dei gay vero e proprio no, semmai un nuovo movimento di lotta per i diritti civili, su modello del partito Radicale.

  • Enrico Oliari: Spesso nelle manifestazioni omosessuali e nei gay pride si assiste all’impiego di una simbologia non proprio amica dey gay, come il volto di Che Guevara o la bandiera della Palestina. Che ne pensa?
    La sinistra, anche quella gay, ha fatto e sta facendo il suo mestiere. Dovrebbe farlo anche il centrodestra, ma questo è uno die suoi limiti.

  • Enrico Oliari: Recentemente Marcello Veneziani, riferendosi ai personaggi della televisione,  ha affermato che dichiararsi gay serve a farsi perdonare pecche o a godere di privilegi. Lei conduce programmi televisivi di una certa popolarità: di quali privilegi ha potuto godere dopo il suo comung out?
    Marcello Veneziani è stato colto da un violento attacco di omofobia, motivo per cui tende ad inventarsi lobby o classi privilegiate omosessuali. Io, dopo il mio „coming out“, non ho trovato tutti i privilegi che lui imputa a chi si dichiara omosessuale o bisessuale. E neppure ho assistito ad una valanga di persone della TV o dello spettacolo che si dichiarano gay.

  • Enrico Oliari: Per le coppie gay, matrimonio o PACS?
    PACS, decisamente. Il termine „matrimonio“ è tradizionalmente ed etimologicamente legato al cocetto di unione fra uomo e donna ed irrigidisce coloro che per motivi culturale si rifanno a questo concetto.

  • Enrico Oliari: Adozioni per le coppie gay?
    Sono contrario all’adozione di minori da parte di una coppia omosessuale, anche se sono favorevole all’adozione da parte di single.
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